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martedì 14 dicembre 2010

L'Arena dei Porci

Anche se i giochi di Palazzo si discostano esponenzialmente dai criteri ispiratori del nostro blog, non possiamo esimerci dall'esprimere un modesto parere circa la giornata odierna che ha visto un film trito e ritrito, già visto mille volte, dal titolo "Porkis"!
Non entreremo nel merito delle discussioni svolte o dei risultati. Non ci interessano! Partendo dal presupposto che non ci sentiamo rappresentati da questi ladri, il nostro commento sulla giornata di oggi verte principalmente su di una visione generale degli stati d'animo o sensazioni che, noi spettatori inermi, possiamo interpretare dai visi, movimenti, comportamento dei porci. Vedere in TV questi personaggi con superficiale interesse su ciò che dicono, ci aiuta a percepire degli atteggiamenti di nervosismo, paura, ansia, senso di abbandono, solitudine, ricatto. I Sigg Onorevoli dimostrano in giornate come queste, tutto il loro essere poveri di spirto e coscienza. All'interno del Parlamento ci si prostituisce senza un briciolo di dignità, ed il tutto per mantenere uno status che apre tutte le porte al potere.
Anche oggi, si sono celebrate le dimostrazioni tipiche di quanto i Parlamentari, siano totalmente disinteressati della vita reale del Paese, dei problemi che la gente comune è costretta ad affrontare ogni giorno, delle necessità dei cittadini. Il tutto con una spontaneità disarmante. E con palese volontà, ci fanno vedere come ciò che conta siano la poltrona, i propri interessi, il potere!
I Parlamentari sono responsabili delle disfunzioni di questo Paese, in quanto il loro operato non è pertinente alle funzioni che gli sono attribuite dalla legge.
Non possiamo continuare a tollerare questa situazione. Non possiamo!
Chi continuerà a tollerare, a tapparsi il naso e ad abbassare la testa, sarà complice e protagonista di questo film! Che comunque ricordiamo, prima o poi finirà!

sabato 11 dicembre 2010

Basta chiacchere... Fatti!!

Il Cavaliere sferra le sue armi migliori nel momento in cui la sua egemonia sta vacillado, e soprattutto nel momento in cui i suoi nodi giudiziari stanno venendo al pettine. Ed ecco che come d'incanto ritornano gli slogan.... "la sinistra e i traditori vogliono farmi fuori"... ", "traditori irresponsabili devono vergognarsi", " siamo di nuovo alla prima Repubblica".
E dall'altra parte partono i pietismi, i complessi di inferiorità, le accuse sulle televisioni, sui giornali del Cavaliere e le solite manfrie che ci torturano da 20 anni a questa parte. Ed il Paese va a rotoli, è ingolfato sulle riforme necessarie e si trastulla su quelle invece suprflue (per i cittadini), ma opportunistiche per i politici.
Da più tempo stiamo cercando di strutturare questo movimento di "Fare Politica", per cercare di far emergere il marcio dai fondali della politica, e di ridare una pulitina a questa politica, che ha assolutamente bisogno di una radicale presa di coscienza e razionalizzazione.
Pertanto a nome del movimento, proclamiamo il nostro 1° Comunicato Ufficiale:

- Avendo esaurito ogni speranza di vedere una classe politica capace di essere la figura rapprsentante dei cittadini seri ed onesti, chiediamo con forza le dimissioni di tutti i Parlamentari attualmente in carica indistintamente fra senatori ed onorevoli e di tutto il Governo attuale, avendo dimostrato di non essere degni rappresentanti dei cittadini italiani. Nello stesso tempo chiediamo la costituzione di una Assemblea Costituente di 31 membri scelti fra i luminari della scienza giuridica (docenti, costituzionalisti) che abbiano maturato nel corso della loro carriera la giusta etica per formulare una proposta di riforma della attuale legge elettorale, che ci permetta di nominare nuovi candidati, o che non abbiano più di due legislature alle spalle. I criteri di scelta vengono lasciati all'attuale Presidente della Republica, sentiti gli attuali presidenti di Camera e Senato, che dopo questo intervento rassegnino le loro dimissioni. Il Presidente della Repubblica dopo la stesura della legge, approvata dalla Costituente, promulgherà la legge che diventerà legge dello Stato e rassegnerà anch'egli le proprie dimissioni. Una volta giunti alla nuova legge, i cittadini si recheranno alle urne necessariamente entro 3 mesi dalla promulgazione per esprimere il proprio voto verso persone e non partiti. -

Noi troviamo che questa richiesta sia ora divenuta necessaria. Chiunque ritenga che possa essere l'inizio di una vera nuova stagione esprima il suo parere, anche semplicemente con un commento di approvazione..... Il resto verrà da se!!!!

domenica 5 dicembre 2010

La ricetta di Fare Politica - Una base di partenza

Si supponga di avere una gomma per cancellare tutti i partiti. Necessariamente si evidenzierebbe il prblema di cosa fare dopo. Nei post precedenti abbiamo cercato di individuare nella gente, l'unica portavoce della politica. La gestione del fare politica, si dovrebbe intendere come il collegamento diretto tra le persone e coloro che li rappresentano, pertanto l'unica soluzione è una forma di federalismo della politica, dove ciascun distretto o zona o circoscrizione sia rappresentato nelle aule parlamentari da persone che sono responsabili verso gli elettori, e che agli stessi devono renndere conto.
Quindi, avendo supposto che la nostra gomma abbia cancellato i partiti, si rende necessario porre dei correttivi alla presente legge elettorale, che rappresenta in questo momento un qualcosa di non ben definito, in quanto era stata corretta per volere del popolo mediante referendum a legge maggioritaria, ma che per salvare le "chiappe" ai potenti, ha indicato una quota proporzionale gestita dai partiti, in modo da garantire in caso di sconfitta, la seggiola ai nomi grossi.
La nostra proposta prevede che in ogni circoscrizione ci siano diverse persone candidate che, svincolate dai partiti, siano i portavoce di quella circoscrizione e che rendano rapporto alla stessa mediante incontri bimestrali circa il loro operato a Roma. La loro delega in Parlamento dovrebbe essere contrattuale, come un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato tra elettore e Parlamentare.
Se ci soffermiamo a vedere le sedute della Camera, l'assenteismo è un fenomeno che raggiunge percentuali elevatissime, e la domanda che ci poniamo è: perchè pagare chi non fa il proprio lavoro? La riposta palese, sarà comunque frutto di prossimi post.
Ciò che ci interessa in questa sede, è riuscire a sollecitare l'attuale classe politica e gli attuali Onorevoli e Senatori, di assumersi la responsabilità di una riforma della legge elettorale, in quanto quella in vigore non garantisce la volontà dei cittadini sulla scelta dei propri candidati.
Sarebbe un gesto di responsabilità.
Questa forma di federalizzazione della politica si attuerebbe mediante piccoli parlamentini locali dove scambiarsi le idee e dare le linee direttive al proprio delegato, il quale è tenuto al rispetto della volontà emerse nelle sedute dei Parlamentini locali.
A livello di candidature, le stesse dovrebbero poi essere garantite a chi dimostra di avere almeno un campione di voti, che si potrebbe raccoglire tramite delle firme nei vari Municipi delle circoscrizioni, calcolato su una percentuale in base al numero di elettori della circoscrizione.
Il tutto al di fuori di partiti o organizzazioni, non necessarie alla politica.

venerdì 26 novembre 2010

Spazio Emilio Fede



Fede, Lei dovrebbe vergognarsi nel dire certe cose. Se la sua coscienza non arriverà mai a questo sentimento su questa vita terrena, mi auguro che Lei da buon cristiano sia sottoposto al giudizio più severo di fronte al giudice universale, per aver mentito in maniera così subdola, alle persone che, poche, ancora si fidano di lei. Io mi sento ferito, da cittadino onesto quale mi ritengo di essere dalle sue parole. Se solo i partiti, che lei difende, facessero a meno dei fianziamenti pubblici che noi abbiamo abrogato con referendum, si eviterebbero certe riforme scandalo all'istruzione, che dovrebbe essere il vero pilastro di una Società evoluta.
Lei Fede, farà i conti prima o poi, insieme a tutti coloro che difende, con una giustizia reale che Vi castigherà per il male fatto.
Faccia un atto da uomo vero per una volta nella vita, se ne vada dall'Italia... magari su uno di quei paradisi fiscali che Lei ben conosce a godersi i soldi che ha guadagnato facendo lo zerbino dei potenti. Perchè si ricordi Fede, che Lei era un fallito, delapidando un patrimonio al gioco, e quindi Lei è in debito ancora oggi con qualcuno che l'ha salvata... caro Fede... Lei sarà sempre ricattabile!!!

domenica 21 novembre 2010

La ricetta di Fare Politica - Introduzione

Se vogliamo intraprendere il cammino verso una rivoluzione della politica odierna, non possiamo omettere i riferimenti alle accezioni che storicamente hanno contribuito ad esprimerne un significato, che è andato via via evolvendosi.
Sin dai tempi della preistoria l'uomo nasce già come un essere "politico". Nelle prime forme di aggregazione, così come anche nella famiglia, si sente l'esigenza di individuare delle scelte politiche, legate alla necessità di regolare aspetti economici, culturali, spirituali, di convivenza.
Dopodichè nelle varie epoche storiche, il significato si è evoluto comprendendo non solo le scelte nella comunità, ma andando sempre più a delineare il potere sovrano della collettività. Si vedano ad esempio i vari riferimenti che ne vengono dati da wikipedia sul termine politica (rif. politica wikipedia).
Quello che più interessa a noi di Fare Politica, è l'attualità della politica, cioè il modo in cui oggi viene esercitato questo meccanismo.
La politica determina tutta una serie di atteggamenti atti ad individuare la strada che una collettività deve prendere per migliorare costantemente il suo progresso, tenuto conto di quello che la collettività vuole o meno. E pertanto il fare politica è un valore supremo eticamente inderogabile, necessario al bene della collettività.
Chi parte dal presupposto di fare politica, deve partire innanzitutto da questo principio basilare, che abbiamo fortemente voluto sottolineare come inderogabile.  Il politico deve essere deontologicamente ed eticamente corretto, e porre il bene comune al di sopra di ogni cosa.
Qualcuno potrebbe sostenere questa accezione come la scoperta dell'acqua calda; noi invece siamo certi che questa interpretazione tanto ovvia non sia, proprio perchè la dimostrazione dei fatti che avvengono in tutti gli ambienti dove viene esercitato il potere, ci portano a sostenere in maniera dura che la mancanza di un'etica professionale sia alla base del marcio della politica attuale.
Il primo passo pertanto necessario a riportare l'etica a valore primario del fare politica, sta nella radicalizzazione dei criteri di scelta dei professionisti della politica.
Nel prossimo post alcune proposte a questa radicalizzazione.

giovedì 11 novembre 2010

Prefazione alla ricetta epilogo

E' pertanto palese che il potere legislativo svolge la propria funzione in maniera spesso distaccata dalla reale richiesta della cittadinanza, a proprio uso e consumo con la tendenza poi a strumentalizzare le scelte come sentite dai cittadini ovvero necessarie in uno stato democratico. Ed in un certo qualmodo, questo uso e costume diviene quasi inevitabile, non essendoci strumenti diretti di controllo o di proposizione legislativa nelle mani dei cittadini. La Costituzione prevede lo strumento della "Legge di iniziativa popolare", e qui ancora mi permetto di sottolineare la completezza della Carta Fondamentale, ma la mia considerazione scende al di sotto della soglia dell'accettabile per quanto riguarda gli strumenti attuativi dei principi contenuti nella Costituzione che vengono lasciati alla legislazione ordinaria.
La Legge di iniziativa popolare prevede la possibilità per 50.000 cittadini di sottoporre all'esame di Camera o Senato, la proposta di una legge articolata, pur con dei limiti, affinchè la stessa sia disccussa e votata. E fino qui tutto sembra in linea. Purtroppo, i tempi e i modi di discussione vengono determinati dalla Camera o Senato, a seconda della priorità degli argomenti in essere. Non essendoci pertanto un criterio temporale prefisso affinchè la stessa proposta venga discusssa, mi sembra essere un modo per sminuire e scoraggiare la proposta. Lo sono esempi di proposte che giaciono probabilmente negli archivi più reconditi del Palazzo.
Esiste poi un fattore legato alla scarsa conoscienza da parte dei cittadini circa questa facoltà, dovuta ad una conveniente mancanza di promozione dello strumento in essere da parte della Casta, che ha tutto l'interesse affinchè non vi siano le interferenze del popolo nei propri interessi.
Mi sembra pertanto opportuno sottolineare nuovamente che senza la possibilità di controllo in capo ai cittadini sull'operato del proprio rappresentato, non arriveremo mai ad avere il pieno potere di decidere circa ciò che è meglio e ciò che è peggio, di ciò che è giusto da ciò che è ingiusto e via dicendo.
La ricetta muove i suoi primi passi proprio da questo necessario principio di trasparenza e di responsabilità del rappresentante che viene eletto per proporre ciò che la sua circcoscrizione meglio crede, ma soprattutto con la responsabilità politica delle proprie azioni.

sabato 6 novembre 2010

Prefazione alla ricetta 3° parte

Se la Costituzione garantisce il diritto ai cittadini di associarsi liberamente in partiti per concorrere democraticamente a determinare la politica del Paese, non integra però questa facoltà come condizione sine qua non del fare politica. Se il fare politica significa attuare quei comportamenti umani che generano il governo di uno Stato, significa anche che il fare leggi diventa l'espressione del fare politica, pertanto il mezzo con cui si fa politica. Luogo eletto per fare le leggi è il Parlamento che con le due sue Camere (Camera dei Deputati e Senato), diventa il luogo dove la manifestazione della politica dovrebbe essere naturalmente esercitata.
Gli Art. 56 e 57 della Costituzione dispongono i criteri mediante i quali vengono elette Camera e Senato, disponendo che "La Camera è eletta a suffragio universale..." e "Il Senato su base regionale..." non facendo menzione alcuna sul fatto che i deputati e senatori futuri debbano necessariamente essere scelti nelle liste di partito. Cosa significa questo: se al posto della selezione che i partiti operano in uno piuttosto che nell'altro collegio e si lasciasse che le persone senza un'indicazione di parte politica si candidassero in quello o quell'altro collegio, si potrebbe realmente collegare all'eletto la sua responsabilità politica di quello che andrà a fare. Attraverso periodici incontri nel collegio, l'eletto dovrebbe di fatto rendere conto ai cittadini di quello che sta facendo per il collegio che lo ha nominato, ed essere efettivamente l'espressione della volontà dei cittadini, che potranno poi decidere se riconfermargli la fiducia o toglierla alla prossima tornata elettorale.
Fare leggi al di fuori delle indicazioni di partito porterebbe ad ua produzione di riforme decisamente più performante. Il nostro sistema, sin dalla Prima Repubblica, è sempre stato improntato su di una maggioranza e di una opposizione che in ogi caso sono sempre in contrasto su ogni legge che si rende necessaria. E qui mi chiedo, se una legge di riforma della giustizia o del conflitto di interessi si rende palesemente necessaria perchè sono i cittadini che la vogliono, tutti all'unanimità dovrebbero mettersi di impegno per confezionarla nei tempi più brevi, e tutti dovrebbero logicamente ritenere di dover votare senza e solo le indicazioni dei partiti, ma secondo libero arbitrio sulla base di quella che è la volontà dei rappresentati del prorpio collegio. Depenalizzare il falso in bilancio, dovrebbe essere contrario al criterio logico del cittadino onesto e pertanto non essere una necessità. Chi ha votato questa legge, ha davvero votato secondo la volontà dei propri elettori???

sabato 30 ottobre 2010

Prefazione alla ricetta 2° parte

Con il precedente post ho cercato di individuare come base di partenza della ricetta l'eliminazione dei partiti. Mi rendo anche conto che questo assunto potrebbe sembrare una forma di limitazione della libertà di associazione, diritto tutelato e garantito dalla Costituzione, e quindi una restrizione della libertà personale dei cittadini di incontrarsi, discutere, fare politica, proposte e altro. Ma il senso, che tengo fermamente a precisare, si discosta notevolmente da questa interpretazione.
Il problema è un altro. Se il partito è il modo per fare politica sana, ben venga. Ma se il partito diventa un'associazione che più sembra ad una SpA, o una SRL, la sua disciplina dovrebbe essere discostata da quello che è il diritto di associazione, e farlo rientrare nelle norme relative al diritto commerciale.
Il partito nasce come forma di aggregazione per unire cittadini che hanno delle idee, e da queste idee formulare delle proposte che siano nell'interesse di tutta la collettività e non solo della parte di riferimento. Per assurdo oggi, i partiti non fanno nemmeno più l'interesse della loro parte rappresentata, ma gli interessi della dirigenza (casta) o dei pochi eletti che fanno parte all'entourage della dirigenza.
L'idea/proposta dell'eliminazione dei partiti trova il fondamento nella necessità di restituire ai cittadini la sovranità dei loro interessi. Un parlamento che possa essere lo strumento per legiferare non per la necessità di curare gli interessi dei pochi, ma di tutti, non può che essere composto da persone che siano i rappresentanti delle singole circoscrizioni e che sulla base dei programmi che presentano siano portavoce degli interessi dei cittadini e non del partito di appartenenza.
Sulle locandine elettorali dovrebbe essere scritto solo il nome del candidato, senza nessun riferimento a parti, associazioni o altro, e dovrebbe essere valutato dai cittadini sulle sue competenze e capacità nel fare politica.
Questo garantirebbe anche la possibilità di un controllo più assiduo dell'operato del nostro rappresentatnte.
Durante la campagna elettorale ci vengono recapitate tonnellate di locandine, brochure, pubblicità per l'uno o per l'altro. La gente di solito sceglie per partito di appartenenza, senza nemmeno aver mai sentito parlare il candidato o senza averlo mai incontrato. E quindi mi chiedo: come ci si può fidare di una persona che non si è mai vista o sentita???  Ma soprattutto: quando i cittadinii si renderanno conto di questa truffa??

venerdì 24 settembre 2010

Prefazione alla ricetta

Abbiamo chiuso l'ultimo post lasciando aperte le porte alla ricetta del dopo partiti, auspicando che la messa al bando dei partiti fosse la fase iniziale di un progetto che potesse far ritornare la gente a prendere le decisioni circa i problemi e lo sviluppo del Bel Paese.
Ma poi alcuni fatti attuali ci hanno portato ad indicarne una prefazione, come una sorta di introduzione al perchè sia assolutamente ed inevitabilmente necessario cominciare a fare delle proposte.
Nella puntata di annozero del 23 Settembre 2010, un intervento al quanto sentito e ricco di sensibilità di Beppe Grillo, ci ha spinti a sposare questa causa che condividiamo a pieno (link al video). La soluzione ai numerosi problemi che affliggono l'Italia, sono dovuti ad una malapolitica che ha contagiato dalle stanze più alte alle giunte dei comuni più piccoli. Ormai è noto quello pseudo bipolarismo che ci costringono ad ingoiare, come se questo fosse l'unico modo per potere andare avanti. Dimenticandosi che poi all'interno di ogni singolo polo vi sia una miriade di partiti, tutti con altissime pretese e con interessi personali dei facenti parte. E qui comincino le manfrine fra i partiti, i favoreggiamenti, i ricatti. E  l'esempio più lampante ce lo abbiamo sotto gli occhi da più di un mese con la famigerata casa di Montecarlo, dove da un affare che comunque si può ritenere di malcostume, si cerca di ricattare l'una contro l'altra, le componnenti di un governo che fa acqua da tutte le parti. Intanto noi cittadini patiamo l'assenza di un vero governo che sia la guida del Paese. Ha ragione Grillo quando dice che sono tutti morti. Mancano le idee ragazzi. Avanti che possiamo farcela. Esiste un modo per cambiare... l'idea!

lunedì 6 settembre 2010

Il teatrino delle marionette

E adesso? Dopo rilassanti vacanze trascorse tra le spiagge più rinomate d'Italia, con adeguato servizio di scorta al seguito e giornalisti per il quotidiano del ministro di turno, per la serie "avrà fatto la cacca oggi il sottosegretario"?, ci accingiamo ad entrare nell'autunno caldo del teatro della politica, con minacce di elezioni anticipate o di governi tecnici, di transizione, di Unità nazionale....
Non mi sento di accusare il Governo in carica di aver fallito, come sostenuto dal Presidente della Camera nella Rinascita di Mirabello, in quanto il fallimento è di tutta una classe politica che non riesce, da 20 anni a questa parte, a rispondere ai bisogni della gente, destra o sinistra che sia; il teatrino delle marionette è un film purtroppo visto e rivisto mille volte, tant'è che ho la sensazione che da più parti si cominci ad averne veramente piene le scatole.
Il clima di questi giorni è di piena campagna elettorale. I falchi della politica hanno capito che bisogna mettere in moto il giochino della bugia più grande, per cercare di difendere la "seggiola" e quello status che solo il politico può godere. E noi qui ancora a fare da spettatori dell'utima puntata della commedia all'italiana.
Personalmente, dalle pagine di questo modesto blog, cerco di far comprendere a tutti coloro che stanchi di questa politica, ma che ancora non esausti si prodigano nel sano gesto del tapparsi il naso quando entrano in un'urna elettorale, che forse l'unica vera alternativa che abbiamo è quella di disertare le urne, in modo da dare una spallata forte a uesta classe che non è e non può più essere l'espressione della volontà dei cittadini.
Il marciume diffuso nelle aule parlamentari è talmente maleodorante, che al solo pensiero di esprimere un consenso verso un nome, un tizio qualunque, una marionetta, messo in questa o quella circoscrizione dai partiti, mi nausea al punto di consigliare tutti i cittadini onesti, a non votare, chiedendo la rinuncia ad un sacro santo diritto democratico. Ma votando questo sistema non avremo mai la possibilità di vederci puliti di questo marciume.
Pensiamo al giorno in cui il partito dell'astensione possa raggiungere il 50%+1 dei voti! Quale spallata a questo sistema. Per coerenza, tutti i candidati dovrebbero per lo meno dimettersi, non avendo in ogni caso avuto una maggioranza per poter fare leggi. E da qui si potrebbe davvero pensare ad una sostaziale messa al bando dei partiti e far ritornare le persone a decidere dei problemi.
Se davvero si riuscisse ad ottenere questo risultato, farepolitica avrebbe la ricetta del dopo partiti.
Ma questa ricetta voglio lasciarla al prossimo post!
A presto

domenica 29 agosto 2010

Fare politica: prepariamoci alle elezioni!

L'esempio più plateale del fare politica odierno, ossia quello deviato, quello svuotato dal suo vero concetto (vedi primo post "L'inizio di un'avventura", è l'ingaggio del Sig. Ibrahimovic da parte del Milan, o meglio del suo staff dirigenziale.
Il malcontento generale tra la tifoseria rossonera, per la mancanza di un chiaro progetto per il fututro della squadra, che fino al 31 di luglio sembrava essere l'epilogo del calo di poolarità del Presidente del Consiglio, già sollecitato da scontri interni alla sua maggiornaza e con lo scenario di un futuro incerto circa alcune leggi ad personam fondamentali sul tavolo dei Presidenti di Camera e Senato.
L'uscita di scena poi della corrente finiana del Pdl, ha così peggiorato la situazione durante il mese di Agosto, portando lo stesso Presidente Berlusconi a sostenere "Prepariamoci al voto".
Ed infatti, quale migliore inizio della campagna elettorale!
Col Botto!!
E soprattutto senza compiere follie economiche, in questo periodo di profonde crisi economiche che lasciano i governi di mezza Europa col fiato sospeso.
E' quanto mai sorprendente poi l'entità dell'affare. Solo 24 milioni di Euro!! Ci sarebbe pertanto da complimentarsi con l'A.D., Adriano Galliani, per l'abilità e la competenza dimostrata nella conclusione di questo contratto. Oppure ci sarebbe da concludere che i dirigenti della Soc. Barcellona, sono impazziti completamente se si permettono il lusso di cedere un giocatore a 24 milioni, quando 12 mesi prima lo avevano pagato 70!!!! E allora la domanda che mi pongo: cosa si nasconde veramente dietro questo affare?
La risposta è semplice, si rifà al concetto che cerchiamo di diffondere attraverso questo blog legato strettamente alla deviazione del modo di fare politica.
L'importante che poi alla fine tutti abbiano avuto il loro contentino!

L'Antiberlusconismo

Cavalcare l'onda dell'antiberulsconismo è lo spaccato della società italiana o dell'uomo occidentale, dove un comportamento è tenuto di solito per scopi utilitaristici. Pertanto l'assumere un atteggiamento piuttosto di un altro è unicamente diretto alla realizzazione di un profitto, che non deve essere direttamente economico, quanto in popolarità, successo, o potere.
E' chiaro che tutti questi fattori portano poi dei soldi.
Un ragazzo di 30 anni che si presta ad un provino per partecipare al "Grande Fratello", è mosso secondo me dalla smania di popolarità. E mi chiedo, cosa avrà mai questa popolarità di così attraente?
La risposta è: il Principe Denaro! Siamo guidati dal denaro. E il Berlusconismo ne dà una interpretazione positiva di questo pilota. Utilizza questa concezione per promuovere un atteggiamento fortemente spinto all'accumulo, con mezzi leciti o meno. Gli antiberlusconisti invece danno un'interpretazione negativa dell'essere guidati da denaro cercando di ostentare la differenza dai primi.
Ma entrambi ci sono dentro nella stessa misura.
La cosa ancora più triste è che questo demone, il Denaro, ci fa prendere delle decisioni che ci allontanano decisamente da quello che è il vivere. Se vivere significa mangiare, bere, dormire, trombare... A che cosa servirebbe tutto questo denaro?
Forse a compensare la totale mancanza dell'essere "uomini".

mercoledì 25 agosto 2010

La lungimiranza del Ministro Maroni

"Credo che ci sia un'operazione per fare fuori Berlusconi e dobbiamo capire come muoverci"... Con queste parole il nostro Ministro degli interni, dal meeting dell'Amicizia di Rimini, prospetta scenari decisamente drammatici per la coalizione che regge il suo Ministero. Una manovra che non si sa bene da chi giostrata, per eliminare politicamente Berlusconi.
La domanda che ci poniamo sarcasticamente è: chi mai vorrebbe la fine politca di Berlusconi???
Se Maroni si fermasse un secondo e riflettesse sull'affermazione, credo che lui stesso si renderebbe conto dell'immane cazzata. Ma davvero, qualcuno vuole fare fuori Berlusconi?
Se i nostri politici scendessero dal trono dei privilegi che si sono incollati sotto le chiappe, si renderebbero conto del marciume in cui viviamo Noi, essere così comuni, normali, cittadini. E forse si renderebbero anche conto di quanto davvero Noi cittadini crediamo ancora in questa bella Italia. E forse ancora si sentirebbero estremamente umiliati dal modo in cui viviamo, lavoriamo, amiamo, piangiamo, ridiamo, mangiamo, beviamo, ci divertiamo, ci annoiamo, facciamo l'amore. Una diversità che riteniamo invidiabile.
E intanto Maroni si chiede se qualcuno vuole fare fuori Berlusconi.
Per restare nel tema del titolo di questo post e per non sembrare schiettamente aantiberlusconiani, cercheremo di dare una risposta sardonica a Maroni, ponendo noi stessi delle domande al Ministro nella speranza che tali domande possano accendere in lui la risposta al suo dubbio:
-chi vorrebbe la fine di Berlusconi, un uomo che sfugge allaa giustizia da più di trent'anni, grazie a leggi ad personam e prescrizioni di reato;
- chi vorrebbe la fine di Berlusconi, un uomo che si è fatto da se, diementicando di dire che i primi finanziamenti alle proprie operazioni commerciali sono giunti da una Banca, del quale il padre era alto funzionario, e i correntisti niente di meno che altissimi esponenti di Cosa Nostra;
- chi vorrebbe la fine di Berlusconi, un uomo che grazie alla corruzione, al ricatto, all'immondezzaio di cui i suoi trascorsi, è riscito ad impossessarsi del quasi 80% dei mass media, propinandoci ogni giorno sorrisi e ostentata fiducia, ed ha ancora il coraggio di dire che i giornali e televisioni sono in mano alla sinistra, che effettivamente è anche vero, solo che l'uso che ne fa è da dimenticare;
- chi vorrebbe la fine di Berlusconi, che diffonde fiducia nella gente come una macchina spargi letame, nascondendo la realtà delle cose, e di fatto frustrando esponenzialmente coloro che di fatto tentano per lo meno di nascondersi dietro le sue parole;


Potremo andare avanti per ore.... Ma vogliamo risolvere il quesito al Ministro Maroni:
coloro che vogliono veramente fare fuori Berlusconi, sono tutti i tifosi milanisti, che stanchi di essere presi per i culo per i mancati investimenti, stanno tentando una sommossa per costringere il Presidente ad acquistare Ibrahimoviccccccccc!!!!

lunedì 23 agosto 2010

Il Governo è davvero l'espressione della volontà dei cittadini?

Fa specie sentire in questi giorni che la politca del grande Palazzo si crogiuola nel parlare di elezioni anticipate, governi tecnici, governi di solidarietà nazionale. C'è chi sostiene la teoria che la crisi economica profonda che investe tra gli altri anche il nostro paese, sia da affrontare con governi stabili che siano nella condizione di apportare riforme strutturali per ridare slancio alle nostre economie. Chi invece ostenta la necessarietà di ricorrere alle urne al più presto.
Senza voler necessariamente prendere posizione per una delle diverse teorie in essere, ci sorprende un fatto curioso e particolarmente contraddittorio che dovrebbe quanto meno far riflettere. Ed invece nessuno ne parla. Il Governo sostiene in 5 punti inderogabili la propria volontà di continuare questa esperienza, ponendo pertanto 5 condizioni sine qua non alla minoranza finiana affinchè sostengano la fiducia, altrimenti si andrebbe ad elezioni in quanto altri governi tecnici o istituzionali non sarebbero l'espressione della volontà delle urne delle passate consultazioni. Poi nello stesso tempo, il Presidente del Consiglio si diletta a ricercare sostenitori e a fare proposte ai partiti moderati di centro e parte della sinistra. E la domanda pertanto ci sorge spontanea: questo reclutare onorevoli e senatori al di fuori della coalizione di governo voluta dai cittadini, non sarebbe comunque l'espressione di un Governo che non risalta la volontà dei cittadini?
A voi la risposta.....
Un'altra occasione che dimostra subdolamente quale sia la volontà di difendere gli interessi dei cittadini rispetto ai propri interessi privati....

sabato 21 agosto 2010

L'inizio di una avventura

Fare Politica, ma soprattutto sana... Un'attività che dovrebbe essere strettamente pertinente a colui che sceglie di impegnarsi per l'interesse comune, il bene pubblico, per la "polis" ossia la la primaria istituzione che è il simbolo della convivenza. Un'attività peraltro, che permette la sussistenza per colui che la svolge e che al pari di altre, impegna la persona al giudizio della gente sull'abilità o meno dell'esecutore.
Mi viene in mente il cuoco, piuttosto che un artigiano ovvero ancora un impiegato. Nel rispetto della propria professione, la regola vorrebbe che queste attività fossero svolte nel meglio delle possibilità, affinchè il giudizio dei consumatori e/o dei datori di lavoro possa essere favorevole, a fine anche di incrementare i redditi.
Troppo spesso invece, la professione del politico si trasforma da gestione della cosa pubblica per il fine di favorire l'interesse pubblico, alla gestione della cosa pubblica per il fine di favorire l'interesse privato.
La deviazione di questo sistema e poi abilmente camuffata da una continua campagna elettorale che mira a demoonizzare gli avversari e ad ostentare le proprie azioni come esclusive nel bene collettivo.
Una parte della colpa di questa distorsione del "fare politica" è attribuibile ai mass media che difendono necessariamente le proprietà, scatenando pertanto una guerra mediatica, che proprio sarebbe evitabile se si intervenisse con regole chiare, mirate a risolvere i conflitti di interessi tra il pubblico e il privato.
Qui ci ricolleghiamo alla attività del politico: se l'interesse privato è superiore all'interesse pubblico, nessuno, sia da una parte che dall'altra, destra o sinistra o centro che sia, sarà così stupido da proporre una regolamentazione seria del conflitto di interessi, in quanto in questo modo si limiterebbero le prerogative di coloro che gesticono la "res" pubblica. Ne è la prova che nemmeno la sinistra durante la propria esperienza di governo ha messo mano alla risoluzione del conflitto.

Con questa breve introduzione, abbiamo voluto porre una prima questione di questo nuovo movimento, che si prefigge, sia pur con notevole ambizione, di sfruttare la rete per cercare di ridare ai cittadini il potere che loro gli compete, ossia i sovrani della cosa pubblica, i datori di lavoro dei politici, i quali devono ricominciare a svolgere la loro professione come il cuoco, l'artigiano o altri.