AIUTACI A SCONFIGGERE LA CASTA!! UNISCITI AL NOSTRO GRUPPO!!!

domenica 29 agosto 2010

Fare politica: prepariamoci alle elezioni!

L'esempio più plateale del fare politica odierno, ossia quello deviato, quello svuotato dal suo vero concetto (vedi primo post "L'inizio di un'avventura", è l'ingaggio del Sig. Ibrahimovic da parte del Milan, o meglio del suo staff dirigenziale.
Il malcontento generale tra la tifoseria rossonera, per la mancanza di un chiaro progetto per il fututro della squadra, che fino al 31 di luglio sembrava essere l'epilogo del calo di poolarità del Presidente del Consiglio, già sollecitato da scontri interni alla sua maggiornaza e con lo scenario di un futuro incerto circa alcune leggi ad personam fondamentali sul tavolo dei Presidenti di Camera e Senato.
L'uscita di scena poi della corrente finiana del Pdl, ha così peggiorato la situazione durante il mese di Agosto, portando lo stesso Presidente Berlusconi a sostenere "Prepariamoci al voto".
Ed infatti, quale migliore inizio della campagna elettorale!
Col Botto!!
E soprattutto senza compiere follie economiche, in questo periodo di profonde crisi economiche che lasciano i governi di mezza Europa col fiato sospeso.
E' quanto mai sorprendente poi l'entità dell'affare. Solo 24 milioni di Euro!! Ci sarebbe pertanto da complimentarsi con l'A.D., Adriano Galliani, per l'abilità e la competenza dimostrata nella conclusione di questo contratto. Oppure ci sarebbe da concludere che i dirigenti della Soc. Barcellona, sono impazziti completamente se si permettono il lusso di cedere un giocatore a 24 milioni, quando 12 mesi prima lo avevano pagato 70!!!! E allora la domanda che mi pongo: cosa si nasconde veramente dietro questo affare?
La risposta è semplice, si rifà al concetto che cerchiamo di diffondere attraverso questo blog legato strettamente alla deviazione del modo di fare politica.
L'importante che poi alla fine tutti abbiano avuto il loro contentino!

L'Antiberlusconismo

Cavalcare l'onda dell'antiberulsconismo è lo spaccato della società italiana o dell'uomo occidentale, dove un comportamento è tenuto di solito per scopi utilitaristici. Pertanto l'assumere un atteggiamento piuttosto di un altro è unicamente diretto alla realizzazione di un profitto, che non deve essere direttamente economico, quanto in popolarità, successo, o potere.
E' chiaro che tutti questi fattori portano poi dei soldi.
Un ragazzo di 30 anni che si presta ad un provino per partecipare al "Grande Fratello", è mosso secondo me dalla smania di popolarità. E mi chiedo, cosa avrà mai questa popolarità di così attraente?
La risposta è: il Principe Denaro! Siamo guidati dal denaro. E il Berlusconismo ne dà una interpretazione positiva di questo pilota. Utilizza questa concezione per promuovere un atteggiamento fortemente spinto all'accumulo, con mezzi leciti o meno. Gli antiberlusconisti invece danno un'interpretazione negativa dell'essere guidati da denaro cercando di ostentare la differenza dai primi.
Ma entrambi ci sono dentro nella stessa misura.
La cosa ancora più triste è che questo demone, il Denaro, ci fa prendere delle decisioni che ci allontanano decisamente da quello che è il vivere. Se vivere significa mangiare, bere, dormire, trombare... A che cosa servirebbe tutto questo denaro?
Forse a compensare la totale mancanza dell'essere "uomini".

mercoledì 25 agosto 2010

La lungimiranza del Ministro Maroni

"Credo che ci sia un'operazione per fare fuori Berlusconi e dobbiamo capire come muoverci"... Con queste parole il nostro Ministro degli interni, dal meeting dell'Amicizia di Rimini, prospetta scenari decisamente drammatici per la coalizione che regge il suo Ministero. Una manovra che non si sa bene da chi giostrata, per eliminare politicamente Berlusconi.
La domanda che ci poniamo sarcasticamente è: chi mai vorrebbe la fine politca di Berlusconi???
Se Maroni si fermasse un secondo e riflettesse sull'affermazione, credo che lui stesso si renderebbe conto dell'immane cazzata. Ma davvero, qualcuno vuole fare fuori Berlusconi?
Se i nostri politici scendessero dal trono dei privilegi che si sono incollati sotto le chiappe, si renderebbero conto del marciume in cui viviamo Noi, essere così comuni, normali, cittadini. E forse si renderebbero anche conto di quanto davvero Noi cittadini crediamo ancora in questa bella Italia. E forse ancora si sentirebbero estremamente umiliati dal modo in cui viviamo, lavoriamo, amiamo, piangiamo, ridiamo, mangiamo, beviamo, ci divertiamo, ci annoiamo, facciamo l'amore. Una diversità che riteniamo invidiabile.
E intanto Maroni si chiede se qualcuno vuole fare fuori Berlusconi.
Per restare nel tema del titolo di questo post e per non sembrare schiettamente aantiberlusconiani, cercheremo di dare una risposta sardonica a Maroni, ponendo noi stessi delle domande al Ministro nella speranza che tali domande possano accendere in lui la risposta al suo dubbio:
-chi vorrebbe la fine di Berlusconi, un uomo che sfugge allaa giustizia da più di trent'anni, grazie a leggi ad personam e prescrizioni di reato;
- chi vorrebbe la fine di Berlusconi, un uomo che si è fatto da se, diementicando di dire che i primi finanziamenti alle proprie operazioni commerciali sono giunti da una Banca, del quale il padre era alto funzionario, e i correntisti niente di meno che altissimi esponenti di Cosa Nostra;
- chi vorrebbe la fine di Berlusconi, un uomo che grazie alla corruzione, al ricatto, all'immondezzaio di cui i suoi trascorsi, è riscito ad impossessarsi del quasi 80% dei mass media, propinandoci ogni giorno sorrisi e ostentata fiducia, ed ha ancora il coraggio di dire che i giornali e televisioni sono in mano alla sinistra, che effettivamente è anche vero, solo che l'uso che ne fa è da dimenticare;
- chi vorrebbe la fine di Berlusconi, che diffonde fiducia nella gente come una macchina spargi letame, nascondendo la realtà delle cose, e di fatto frustrando esponenzialmente coloro che di fatto tentano per lo meno di nascondersi dietro le sue parole;


Potremo andare avanti per ore.... Ma vogliamo risolvere il quesito al Ministro Maroni:
coloro che vogliono veramente fare fuori Berlusconi, sono tutti i tifosi milanisti, che stanchi di essere presi per i culo per i mancati investimenti, stanno tentando una sommossa per costringere il Presidente ad acquistare Ibrahimoviccccccccc!!!!

lunedì 23 agosto 2010

Il Governo è davvero l'espressione della volontà dei cittadini?

Fa specie sentire in questi giorni che la politca del grande Palazzo si crogiuola nel parlare di elezioni anticipate, governi tecnici, governi di solidarietà nazionale. C'è chi sostiene la teoria che la crisi economica profonda che investe tra gli altri anche il nostro paese, sia da affrontare con governi stabili che siano nella condizione di apportare riforme strutturali per ridare slancio alle nostre economie. Chi invece ostenta la necessarietà di ricorrere alle urne al più presto.
Senza voler necessariamente prendere posizione per una delle diverse teorie in essere, ci sorprende un fatto curioso e particolarmente contraddittorio che dovrebbe quanto meno far riflettere. Ed invece nessuno ne parla. Il Governo sostiene in 5 punti inderogabili la propria volontà di continuare questa esperienza, ponendo pertanto 5 condizioni sine qua non alla minoranza finiana affinchè sostengano la fiducia, altrimenti si andrebbe ad elezioni in quanto altri governi tecnici o istituzionali non sarebbero l'espressione della volontà delle urne delle passate consultazioni. Poi nello stesso tempo, il Presidente del Consiglio si diletta a ricercare sostenitori e a fare proposte ai partiti moderati di centro e parte della sinistra. E la domanda pertanto ci sorge spontanea: questo reclutare onorevoli e senatori al di fuori della coalizione di governo voluta dai cittadini, non sarebbe comunque l'espressione di un Governo che non risalta la volontà dei cittadini?
A voi la risposta.....
Un'altra occasione che dimostra subdolamente quale sia la volontà di difendere gli interessi dei cittadini rispetto ai propri interessi privati....

sabato 21 agosto 2010

L'inizio di una avventura

Fare Politica, ma soprattutto sana... Un'attività che dovrebbe essere strettamente pertinente a colui che sceglie di impegnarsi per l'interesse comune, il bene pubblico, per la "polis" ossia la la primaria istituzione che è il simbolo della convivenza. Un'attività peraltro, che permette la sussistenza per colui che la svolge e che al pari di altre, impegna la persona al giudizio della gente sull'abilità o meno dell'esecutore.
Mi viene in mente il cuoco, piuttosto che un artigiano ovvero ancora un impiegato. Nel rispetto della propria professione, la regola vorrebbe che queste attività fossero svolte nel meglio delle possibilità, affinchè il giudizio dei consumatori e/o dei datori di lavoro possa essere favorevole, a fine anche di incrementare i redditi.
Troppo spesso invece, la professione del politico si trasforma da gestione della cosa pubblica per il fine di favorire l'interesse pubblico, alla gestione della cosa pubblica per il fine di favorire l'interesse privato.
La deviazione di questo sistema e poi abilmente camuffata da una continua campagna elettorale che mira a demoonizzare gli avversari e ad ostentare le proprie azioni come esclusive nel bene collettivo.
Una parte della colpa di questa distorsione del "fare politica" è attribuibile ai mass media che difendono necessariamente le proprietà, scatenando pertanto una guerra mediatica, che proprio sarebbe evitabile se si intervenisse con regole chiare, mirate a risolvere i conflitti di interessi tra il pubblico e il privato.
Qui ci ricolleghiamo alla attività del politico: se l'interesse privato è superiore all'interesse pubblico, nessuno, sia da una parte che dall'altra, destra o sinistra o centro che sia, sarà così stupido da proporre una regolamentazione seria del conflitto di interessi, in quanto in questo modo si limiterebbero le prerogative di coloro che gesticono la "res" pubblica. Ne è la prova che nemmeno la sinistra durante la propria esperienza di governo ha messo mano alla risoluzione del conflitto.

Con questa breve introduzione, abbiamo voluto porre una prima questione di questo nuovo movimento, che si prefigge, sia pur con notevole ambizione, di sfruttare la rete per cercare di ridare ai cittadini il potere che loro gli compete, ossia i sovrani della cosa pubblica, i datori di lavoro dei politici, i quali devono ricominciare a svolgere la loro professione come il cuoco, l'artigiano o altri.