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lunedì 23 agosto 2010

Il Governo è davvero l'espressione della volontà dei cittadini?

Fa specie sentire in questi giorni che la politca del grande Palazzo si crogiuola nel parlare di elezioni anticipate, governi tecnici, governi di solidarietà nazionale. C'è chi sostiene la teoria che la crisi economica profonda che investe tra gli altri anche il nostro paese, sia da affrontare con governi stabili che siano nella condizione di apportare riforme strutturali per ridare slancio alle nostre economie. Chi invece ostenta la necessarietà di ricorrere alle urne al più presto.
Senza voler necessariamente prendere posizione per una delle diverse teorie in essere, ci sorprende un fatto curioso e particolarmente contraddittorio che dovrebbe quanto meno far riflettere. Ed invece nessuno ne parla. Il Governo sostiene in 5 punti inderogabili la propria volontà di continuare questa esperienza, ponendo pertanto 5 condizioni sine qua non alla minoranza finiana affinchè sostengano la fiducia, altrimenti si andrebbe ad elezioni in quanto altri governi tecnici o istituzionali non sarebbero l'espressione della volontà delle urne delle passate consultazioni. Poi nello stesso tempo, il Presidente del Consiglio si diletta a ricercare sostenitori e a fare proposte ai partiti moderati di centro e parte della sinistra. E la domanda pertanto ci sorge spontanea: questo reclutare onorevoli e senatori al di fuori della coalizione di governo voluta dai cittadini, non sarebbe comunque l'espressione di un Governo che non risalta la volontà dei cittadini?
A voi la risposta.....
Un'altra occasione che dimostra subdolamente quale sia la volontà di difendere gli interessi dei cittadini rispetto ai propri interessi privati....

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