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sabato 21 agosto 2010

L'inizio di una avventura

Fare Politica, ma soprattutto sana... Un'attività che dovrebbe essere strettamente pertinente a colui che sceglie di impegnarsi per l'interesse comune, il bene pubblico, per la "polis" ossia la la primaria istituzione che è il simbolo della convivenza. Un'attività peraltro, che permette la sussistenza per colui che la svolge e che al pari di altre, impegna la persona al giudizio della gente sull'abilità o meno dell'esecutore.
Mi viene in mente il cuoco, piuttosto che un artigiano ovvero ancora un impiegato. Nel rispetto della propria professione, la regola vorrebbe che queste attività fossero svolte nel meglio delle possibilità, affinchè il giudizio dei consumatori e/o dei datori di lavoro possa essere favorevole, a fine anche di incrementare i redditi.
Troppo spesso invece, la professione del politico si trasforma da gestione della cosa pubblica per il fine di favorire l'interesse pubblico, alla gestione della cosa pubblica per il fine di favorire l'interesse privato.
La deviazione di questo sistema e poi abilmente camuffata da una continua campagna elettorale che mira a demoonizzare gli avversari e ad ostentare le proprie azioni come esclusive nel bene collettivo.
Una parte della colpa di questa distorsione del "fare politica" è attribuibile ai mass media che difendono necessariamente le proprietà, scatenando pertanto una guerra mediatica, che proprio sarebbe evitabile se si intervenisse con regole chiare, mirate a risolvere i conflitti di interessi tra il pubblico e il privato.
Qui ci ricolleghiamo alla attività del politico: se l'interesse privato è superiore all'interesse pubblico, nessuno, sia da una parte che dall'altra, destra o sinistra o centro che sia, sarà così stupido da proporre una regolamentazione seria del conflitto di interessi, in quanto in questo modo si limiterebbero le prerogative di coloro che gesticono la "res" pubblica. Ne è la prova che nemmeno la sinistra durante la propria esperienza di governo ha messo mano alla risoluzione del conflitto.

Con questa breve introduzione, abbiamo voluto porre una prima questione di questo nuovo movimento, che si prefigge, sia pur con notevole ambizione, di sfruttare la rete per cercare di ridare ai cittadini il potere che loro gli compete, ossia i sovrani della cosa pubblica, i datori di lavoro dei politici, i quali devono ricominciare a svolgere la loro professione come il cuoco, l'artigiano o altri.

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