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sabato 30 ottobre 2010

Prefazione alla ricetta 2° parte

Con il precedente post ho cercato di individuare come base di partenza della ricetta l'eliminazione dei partiti. Mi rendo anche conto che questo assunto potrebbe sembrare una forma di limitazione della libertà di associazione, diritto tutelato e garantito dalla Costituzione, e quindi una restrizione della libertà personale dei cittadini di incontrarsi, discutere, fare politica, proposte e altro. Ma il senso, che tengo fermamente a precisare, si discosta notevolmente da questa interpretazione.
Il problema è un altro. Se il partito è il modo per fare politica sana, ben venga. Ma se il partito diventa un'associazione che più sembra ad una SpA, o una SRL, la sua disciplina dovrebbe essere discostata da quello che è il diritto di associazione, e farlo rientrare nelle norme relative al diritto commerciale.
Il partito nasce come forma di aggregazione per unire cittadini che hanno delle idee, e da queste idee formulare delle proposte che siano nell'interesse di tutta la collettività e non solo della parte di riferimento. Per assurdo oggi, i partiti non fanno nemmeno più l'interesse della loro parte rappresentata, ma gli interessi della dirigenza (casta) o dei pochi eletti che fanno parte all'entourage della dirigenza.
L'idea/proposta dell'eliminazione dei partiti trova il fondamento nella necessità di restituire ai cittadini la sovranità dei loro interessi. Un parlamento che possa essere lo strumento per legiferare non per la necessità di curare gli interessi dei pochi, ma di tutti, non può che essere composto da persone che siano i rappresentanti delle singole circoscrizioni e che sulla base dei programmi che presentano siano portavoce degli interessi dei cittadini e non del partito di appartenenza.
Sulle locandine elettorali dovrebbe essere scritto solo il nome del candidato, senza nessun riferimento a parti, associazioni o altro, e dovrebbe essere valutato dai cittadini sulle sue competenze e capacità nel fare politica.
Questo garantirebbe anche la possibilità di un controllo più assiduo dell'operato del nostro rappresentatnte.
Durante la campagna elettorale ci vengono recapitate tonnellate di locandine, brochure, pubblicità per l'uno o per l'altro. La gente di solito sceglie per partito di appartenenza, senza nemmeno aver mai sentito parlare il candidato o senza averlo mai incontrato. E quindi mi chiedo: come ci si può fidare di una persona che non si è mai vista o sentita???  Ma soprattutto: quando i cittadinii si renderanno conto di questa truffa??