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giovedì 11 novembre 2010

Prefazione alla ricetta epilogo

E' pertanto palese che il potere legislativo svolge la propria funzione in maniera spesso distaccata dalla reale richiesta della cittadinanza, a proprio uso e consumo con la tendenza poi a strumentalizzare le scelte come sentite dai cittadini ovvero necessarie in uno stato democratico. Ed in un certo qualmodo, questo uso e costume diviene quasi inevitabile, non essendoci strumenti diretti di controllo o di proposizione legislativa nelle mani dei cittadini. La Costituzione prevede lo strumento della "Legge di iniziativa popolare", e qui ancora mi permetto di sottolineare la completezza della Carta Fondamentale, ma la mia considerazione scende al di sotto della soglia dell'accettabile per quanto riguarda gli strumenti attuativi dei principi contenuti nella Costituzione che vengono lasciati alla legislazione ordinaria.
La Legge di iniziativa popolare prevede la possibilità per 50.000 cittadini di sottoporre all'esame di Camera o Senato, la proposta di una legge articolata, pur con dei limiti, affinchè la stessa sia disccussa e votata. E fino qui tutto sembra in linea. Purtroppo, i tempi e i modi di discussione vengono determinati dalla Camera o Senato, a seconda della priorità degli argomenti in essere. Non essendoci pertanto un criterio temporale prefisso affinchè la stessa proposta venga discusssa, mi sembra essere un modo per sminuire e scoraggiare la proposta. Lo sono esempi di proposte che giaciono probabilmente negli archivi più reconditi del Palazzo.
Esiste poi un fattore legato alla scarsa conoscienza da parte dei cittadini circa questa facoltà, dovuta ad una conveniente mancanza di promozione dello strumento in essere da parte della Casta, che ha tutto l'interesse affinchè non vi siano le interferenze del popolo nei propri interessi.
Mi sembra pertanto opportuno sottolineare nuovamente che senza la possibilità di controllo in capo ai cittadini sull'operato del proprio rappresentato, non arriveremo mai ad avere il pieno potere di decidere circa ciò che è meglio e ciò che è peggio, di ciò che è giusto da ciò che è ingiusto e via dicendo.
La ricetta muove i suoi primi passi proprio da questo necessario principio di trasparenza e di responsabilità del rappresentante che viene eletto per proporre ciò che la sua circcoscrizione meglio crede, ma soprattutto con la responsabilità politica delle proprie azioni.

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