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domenica 5 dicembre 2010

La ricetta di Fare Politica - Una base di partenza

Si supponga di avere una gomma per cancellare tutti i partiti. Necessariamente si evidenzierebbe il prblema di cosa fare dopo. Nei post precedenti abbiamo cercato di individuare nella gente, l'unica portavoce della politica. La gestione del fare politica, si dovrebbe intendere come il collegamento diretto tra le persone e coloro che li rappresentano, pertanto l'unica soluzione è una forma di federalismo della politica, dove ciascun distretto o zona o circoscrizione sia rappresentato nelle aule parlamentari da persone che sono responsabili verso gli elettori, e che agli stessi devono renndere conto.
Quindi, avendo supposto che la nostra gomma abbia cancellato i partiti, si rende necessario porre dei correttivi alla presente legge elettorale, che rappresenta in questo momento un qualcosa di non ben definito, in quanto era stata corretta per volere del popolo mediante referendum a legge maggioritaria, ma che per salvare le "chiappe" ai potenti, ha indicato una quota proporzionale gestita dai partiti, in modo da garantire in caso di sconfitta, la seggiola ai nomi grossi.
La nostra proposta prevede che in ogni circoscrizione ci siano diverse persone candidate che, svincolate dai partiti, siano i portavoce di quella circoscrizione e che rendano rapporto alla stessa mediante incontri bimestrali circa il loro operato a Roma. La loro delega in Parlamento dovrebbe essere contrattuale, come un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato tra elettore e Parlamentare.
Se ci soffermiamo a vedere le sedute della Camera, l'assenteismo è un fenomeno che raggiunge percentuali elevatissime, e la domanda che ci poniamo è: perchè pagare chi non fa il proprio lavoro? La riposta palese, sarà comunque frutto di prossimi post.
Ciò che ci interessa in questa sede, è riuscire a sollecitare l'attuale classe politica e gli attuali Onorevoli e Senatori, di assumersi la responsabilità di una riforma della legge elettorale, in quanto quella in vigore non garantisce la volontà dei cittadini sulla scelta dei propri candidati.
Sarebbe un gesto di responsabilità.
Questa forma di federalizzazione della politica si attuerebbe mediante piccoli parlamentini locali dove scambiarsi le idee e dare le linee direttive al proprio delegato, il quale è tenuto al rispetto della volontà emerse nelle sedute dei Parlamentini locali.
A livello di candidature, le stesse dovrebbero poi essere garantite a chi dimostra di avere almeno un campione di voti, che si potrebbe raccoglire tramite delle firme nei vari Municipi delle circoscrizioni, calcolato su una percentuale in base al numero di elettori della circoscrizione.
Il tutto al di fuori di partiti o organizzazioni, non necessarie alla politica.

1 commento:

  1. Che amministrare una nazione , sia semplice...banale dirlo ma , certamente non lo è .Non soltanto per il discorso partitico.Vi sono aspetti sociali (senso della collettività, unità , meno individualismo...). C'è da chiedersi quanti Italiani, seguano ''sul serio'' , quanto avviene in Italia. Per ''sul serio'' , intendo il non limitarsi a dire ''piove, governo ladro'' e tutto , finisce lì. Agire in questo settore, può essere confuso con il fare attività politica come i nostri cosiddetti rappresentanti...Invece, aderendo a gruppi (non certamente sovversivi)che abbiano uno scopo a favore della nazione, può rivelarsi, nel tempo, molto utile per tutti. E' chiaro che il panorama politico italiano, manderebbe in bestia chiunque , ci tenga al proprio Paese. Ma questa , sarebbe una reazione che si esaurirebbe in se stessa, senza produrre , cioè, qualcosa di alternativo, di costruttivo, che possa rinnovare questa soffocante realtà nazionale. Il mondo politico italiano , ha molto in comune con un'era tramontata da milioni di anni: il Giurassico...
    abbiamo solo dei fossili...''parlanti''...
    Saluti a quanti dovessero leggere questo mio pensiero.E, dato che siamo nel 3° giorno del nuovo anno: Buon Anno a Tutti.

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